La diciannovesima ora

Nel frattempo, anche Profumo sta sgonfiando la proposta delle 24 ore di lezione frontale (al posto delle 18 ore attuali) per gli insegnanti. Non che smetta di appoggiarla, ma ammette che si tratti di materia da contrattazione sindacale.

Avrei preferito una discussione nel merito. Io, insegnante, non mi scandalizzo se il governo cambia l’orario per legge e non per contratto. Detto fra noi, nei contratti ormai entrano così tante schifezze che le 24 ore non sfigurerebbero. Ma è bene che si sappia che 18 ore frontali sono già tante. Significa occuparsi di 5 o 6 classi, se si insegna una materia “media”, da 3-4 ore a settimana, tipo inglese o fisica.

Gli insegnanti si dividono in due gruppi: quelli che si preparano le lezioni, cercano idee per insegnare, parlano con gli assistenti sociali, seguono l’organizzazione della scuola e quelli che fanno solo le 18 ore di lezione e per i quali il resto è solo un fastidio (in gran parte evitabile, se uno si industria un po’). Costringere i primi a seguire una o due classi in più, significa farli lavorare peggio, perché già lavorano tutto il tempo che possono. Costringere i secondi significa condannare altre due classi a una didattica scadente.

Dunque, a che serve portare l’orario di lezione a 24 ore, se non a tagliare?

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