Ridammi quella pancia

Nel suo intervento all’ultima direzione del PD Renzi ha dato lezioni di garantismo a Rodotà. Rodotà, invocando l’articolo 54 della Costituzione (“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”) a proposito di Mafia Capitale, ha chiesto che anche prima delle sentenze certi incarichi siano revocati. Dunque Rodotà non vuole più gente in galera, come Renzi invece renzi gli attribuisce, ma meno cittadini disonorevoli nei consigli comunali, nelle commissioni, nei dipartimenti amministrativi. D’altro canto, il giustizialista solitamente invoca la legge, che ci dice cosa non possiamo fare, per estenderne oltremisura le conseguenze. La Costituzione invece non porta acqua al mulino giustizialista, perché sta lì a ricordare cosa dovrebbero fare i cittadini perbene come Renzi e Rodotà e dei delinquenti presunti si occupa poco, e per lo più a loro difesa.

Piuttosto, chi invece ha chiesto più galera è stato Renzi, proprio nello stesso discorso in cui ha attaccato Rodotà. Ha ritirato fuori la storia del diciannovenne (“di etnia rom”) scarcerato troppo presto dopo la tragedia di Boccea. Dalla platea del Pd non si sono sentite proteste. Eppure, parecchi media volenterosi hanno spiegato che quel diciannovenne non è colpevole non dico per la Cassazione, ma nemmeno per il Gip che si sta occupando del caso. Renzi ha fatto propria l’indignazione della destra e di chi, avendo fretta e poco tempo per farsi un’idea più accurata, si aspetta una giustizia altrettanto spiccia. Il video dell’intervento di Renzi sta qui.

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