Ho una libreria, più che altro un hobby visto che non ci campo né ci campano gli altri soci. Però abbiamo contatti quotidiani con gli uffici stampa degli editori e riceviamo spesso curriculum vitae, soprattutto in un momento economico come questo. Dopo un po’, si notano un paio di cose, collegate tra loro. Primo, le ragazze degli uffici stampa (sono quasi sempre donne giovani) cambiano ogni due o tre mesi, e di solito un lavoro che dura due o tre mesi in Italia non viene pagato. Secondo, i curriculum che riceviamo si assomigliano tutti: donna, almeno una laurea in scienza delle comunicazioni e molte esperienze lavorative in uffici stampa di case editrici, di due o tre mesi in media. Non sorprende tanto, perché in libreria difficilmente ci vogliono lavorare metalmeccanici o ingegneri. Però se avessi tempo un giretto tra gli editori me lo farei.
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2 Commenti
Trattandosi di Gabanelli, mi sa che entrambe le cose sono un po’ fuori portata.
giretto nel senso della nobile inchiesta operaista (“compagni, torniamo all’inchiesta”) o del più gretto enunciato post-maschilista (“compagne, me date er numero der cellulare?)