Da ieri, governo italiano e media filogovernativi stanno dando un tardivo endorsement a Obama, nel tipico saliscendi dai carri de noantri. Obama rappresenta soprattutto iconograficamente il cambiamento, ma tutti sanno che la continuità tra un presidente e l’altro, soprattutto su certi temi, è pressoché garantita. La guerra in Afghanistan, ad esempio: Obama sicuramente ha incarnato la voglia degli americani di non essere sempre i più odiati del mondo, ma d’altra parte nessuno crede che a Kabul cambierà poi granché nei prossimi anni. Per cui sia i pacifisti che i guerrafondai di provincia possono dirsi contenti del voto.
In questo clima da equilibristi, si sentono cose che oscillano tra il molto stupido e il molto acuto. Per esempio, stamattina ho sentito alla radio uno di destra, molto contento dell’elezione di Obama poiché finalmente l’Italia aumenterà il suo impegno nella missione militare in Afghanistan a fianco dell’esercito Usa, adesso che non è più "la guerra di Bush". Una frase molto stupida, se pronunciata per rigirare la frittata escludendo qualsiasi elemento di novità per evitare di finire tra i perdenti. Ma è anche una frase molto acuta, perché se penso alle bombe clintoniane su Belgrado, andò esattamente così. Stupida o acuta? Un aiutino: a dire quella frase è stato il ministro Frattini. Che proprio acuto non è, ma pure lì: vai a sapere perché hanno sempre dato a lui i rapporti tra governo e servizi segreti.