La vita dell’inviato che deve stare appresso ai politici non è facile, soprattutto se tiene famiglia. Prendiamo Augusto Minzolini, che segue le gesta di Berlusconi per la Stampa: lavora tutti i giorni a fianco del premier e non può certo parlarne male, altrimenti addio accrediti, interviste e indiscrezioni. E ieri deve essere stata proprio una giornataccia. Era difficile contraddire tutti gli altri media, sulla questione della polizia nelle scuole. Eppure, il buon Augusto butta il cuore oltre l’ostacolo:
"Considerare le parole pronunciate ieri da Berlusconi come una "marcia indietro" (è l’opinione prevalente nell’opposizione) è a dir poco superficiale. Semmai il Cavaliere ha registrato la sua posizione, la (sic) calibrata secondo la logica dello "stop and go" che da sempre gli appartiene, ma non si tratta nè di un ripensamento, nè di una ritirata."