Carceri, piano

Patrizio Gonnella dice una cosa apparentemente indiscutibile: in carcere ci si suicida perché il sovraffollamento lo rende insopportabile. Però, se si guardano i numeri, la correlazione tra sovraffollamento e tentativi di suicidio non è così chiara: anzi, quando ottomila persone uscirono dal carcere tra il 2005 e il 2006, il tasso di suicidi tentati rimase praticamente lo stesso. Nel 2007, con altre cinquemila detenuti in meno, si è impennato (è appena più evidente la correlazione tra sovraffollamento e autolesionismo, ma solo negli ultimi anni).

Nel 2008, un suicida su quattro era in isolamento, secondo Ristretti Orizzonti, perché senza socialità si perde più facilmente la bussola. Ma la vera ragione potrebbe essere anche più amara: le celle "normali" sono talmente piene che è difficile persino ammazzarsi. In isolamento ci si organizza meglio.

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Un Commento

  1. Paolo
    Pubblicato il 14 Gennaio 2010 alle 9:11 pm | Permalink

    Se non puo’ suicidarsi per mancanza di privacy, qualcuno potrebbe tentare di crearsi lo spazio vitale (o mortale) necessario alla bisogna. Sarebbe interessante verificare la correlazione tra affollamento e omicidi e lesioni.