Google e Nasa, attenti a quei due

NASA e Google hanno firmato un accordo per aumentare la collaborazione tra il centro di ricerca dell'Agenzia, AMES, e il principale motore di ricerca mondiale. La collaborazione è molto ampia. Innanzitutto, riguarderà la condivisione di dati geodesici: Google Earth e i satelliti NASA, per esempio, potrebbero avere molto da dirsi. E i software sviluppati a Mountain View potrebbero essere utili anche a chi deve maneggiare le quantità di dati posseduti dalla NASA. 

 L'accordo però riguarda anche altro, dallo studio dell'interazione utente-computer alla navigazione di database scientifici. E sotto la voce "data mining" oggi può finire qualsiasi progetti di analisi dati, cioè qualsiasi progetto tout court, per quanto riguarda aziende che campano di banche dati. E allora, la collaborazione tra un ente miltare e il principale collettore privato di dati, può suggerire un certo pessimismo riguardo alla privacy.

La minaccia di Google, dal punto di vista della privacy, è fin troppo chiara, tanto da non essere quasi più una minaccia: Google è un gigantesco magazzino di dati personali, che analizza per vendere servizi alle aziende, e questo si sa. L'azione di social networking e di analisi dati di Google è fatta talmente bene che ormai sono gli utenti, in tutta consapevolezza, a scegliere di farsi scansionare da Google per riceverne consigli, pubblicità e informazioni che ormai è difficile distinguere l'uno dall'altro. Certo, la concentrazione di dati impressiona e rappresenta un potere reale, ma è tutto fin troppo esplicito: chi vuole sta con google, chi non vuole sta con noblogs.

La NASA costituisce una minaccia più subdola: da anni, oltre a portare avanti con sempre maggior fatica l'attività spaziale, L'agenzia spaziale si sta riciclando in settori contigui per "fornire servizi" a privati e ad altre agenzie. E' il risultato della crisi di identità dopo la fine della Guerra Fredda. E proprio il settore del data mining è uno dei preferiti da parte della NASA, perché l'analisi dei dati astronomici ha sviluppato grandi competenze in questo campo tra i suoi ricercatori. Proprio lì si sperimentano alcuni dei programmi sperimentali di Total Awareness, tanto amati dopo l'11 settembre, come CAPPS II o Data Mining and Aviation Security. Negli ultimi anni, scandali ripetuti hanno toccato la NASA dal punto di vista della privacy, soprattutto dopo la rivelazione che le principali linee aeree americane le passavano in segreto i dati personali dei passeggeri per costruire giganteschi database anti-terrorismo in cui registrare abitudini e consumi di chi passa dagli Stati Uniti. Sembrano progetti paranoici da Dr. Stranamore, tanto da preoccupare lo stesso Congresso. Ma l'ideologia totalitaria sbandierata quanto inapplicabile in fondo si rivela meno invasiva della accurata "microfisica del potere" messa in campo da Google. Già Foucault, in "Sorvegliare e Punire", aveva mostrato come il controllo sociale premoderno dei sovrani assoluti prevedeva tremendi supplizi e torture ma poi non interveniva in enormi aree di illegalità.

Ma una lezione va tratta dagli 8 anni di Bush: non c'è conflitto tra l'economia del petrolio, della guerra, degli Stranamore neocon e la democratica New Economy della Silicon Valley, dell'innovazione basata sul capitale privato, del digitale e del biotech; tra NASA e Google in poche parole. L'intervento statale con l'esercito o con i soldi, magari promosso con risibili pretesti come quello dell'antrace, finisce per rilanciare anche il ciclo dell'innovazione diffusa e delle microimprese guidate da ex-capelloni libertari disposti a spendere le proprie idee sul mercato. Non c'è nulla di nuovo, a ben vedere: negli anni settanta, le commesse militari rappresentavano il 70% del PIL della Silicon Valley (vado a memoria, i dati sono di Anna L. Saxenian). E anche la Cina dovrebbe insegnarci qualcosa, sul rapporto tra sviluppo tecnologico e tecnologie del controllo. Però, negli anni novanta in molti ci eravamo illusi che l'esplosione del motore di ricerca rappresentasse un'idea di sviluppo economico alternativo allo Shuttle, che per altro esplodeva pure lui. Almeno io e Bifo, oltre a qualcun altro, eravamo forse fuori strada. Se oggi Google e Nasa si mettono d'accordo, dobbiamo quindi fare attenzione.

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