La stagione di Alemanno

Direte: Veltroni o Alemanno, a Roma non cambia nulla. Invece, questa notizia ci dice che qualcosa è cambiato. Durante gli anni di Veltroni, qui a Roma, l’articolo sarebbe iniziato così: "L’ottavo gruppo dei vigili urbani guidati dal comandante Antonio di Maggio ha abbattuto cinque accampamenti" eccetera. Il comandante Antonio di Maggio era uno dei personaggi-chiave del modello Roma. Ogni giorno, era lui l’eroe del cittadino perbene: rumeni nelle baracche, senegalesi venditori di cd-pirata, prostitute orientali, nessuno sfuggiva al comandante di Maggio. Le sue imprese hanno disegnato la mappa della paura sintetica diffusa ad uso e consumo del sindaco, secondo uno schema inossidabile: il Messaggero segnalava lo scandalo, Antonio di Maggio interveniva, Veltroni incassava al Tg regionale.

Letta la notizia, scopro dunque che la stella di Antonio di Maggio è al tramonto (ora si occupa di abusivismo). Alemanno, per applicare lo stesso schema, avrà uno "staff" diverso. È un altro passetto dell’amministrazione di destra, che finora ha significato soprattutto nomine: silenziosa ma inesorabile, una nuova classe dirigente sta sostituendo la burocrazia veltroniana. Finora, va detto, con una certa discrezione. Ma aspettate che siano arrivati tutti ai posti giusti, i camerati, i palazzinari, i poliziotti, gli imprenditori amici, gli intellettuali: a un certo punto saranno belli schierati e pronti, e ci sarà poco da ridere.

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