Società totale

A Filadelfia stanno sperimentando un software che analizza i dati giudiziari del passato e "prevede" il prossimo reato. L'FBI ha chiarito che utilizzare un cellulare spento come microfono ambientale è possibile, ma deve essere Nextel, Samsung o Morotola (serie Razr). Gli USA hanno affibbiato un terror score a tutti i passeggeri atterrati in America, che hanno fatto acquisti e poi sono ripartiti. 

"Istituzione totale" è un termine foucaultiano. Non mi ricordo la definizione (starà in Sorvegliare e Punire?). Ma, grosso modo, indica un contesto in cui il la contrapposizione sociale è impedita dalla struttura stessa. Di solito, nel nostro habitat c'è la possibilità del conflitto, di conquistare diritti, di cambiare le regole attraverso lo scontro tra interessi diversi, che possono corrispondere a comunità diverse di persone. Persino la polizia, detentrice del monopolio della forza, non ha mano completamente libera, secondo la legge. Nell'istituzione totale, la contrattazione è impossibile. In un carcere, un manicomio o un CPT: un detenuto non ha diritti, e così un migrante senza nome o un prigioniero di un manicomio. Nell'istituzione totale, la forza è monopolio di una parte, che non deve rendere conto del suo uso. Ogni mezzo è lecito contro la parte sconfitta in partenza. La parte forte ha l'arbitrio, e può punire ogni errore con la severità che sceglie al momento, perché ogni infrazione è automaticamente sovversiva. Certo, ogni tanto le lotte sono state così dure da mettere in discussione persino le istituzioni totali: le lotte nelle carceri degli anni 70, ad esempio.

Sabato sera, alla presentazione della Scarceranda 2007 ad Acrobax, si ricordavano le cifre sui detenuti (nonostante Mastella). Si pensava che il carcere scomparisse, in una società pacificata dal mercato: ogni conflitto sembra potersi tradurre in innocua "concorrenza". Il carcere sembra un evitabile spreco di violenza, per una società capace di masticare ogni contraddizione e risputarla neutralizzata. Eppure i detenuti aumentano. Perché il carcere non stride, allora? Forse perché, tra braccialetti elettronici, profiling e media, anche la vita fuori dalle carceri si svolge in un'istituzione totale. Ci ho pensato venerdi, quando sotto la stazione Termini ho litigato con i vigilantes che ammanettavano un ladro. Mi è venuto in mente stamattina, leggendo le tre (ennesime) notizie di cui sopra. Ci ho pensato anche stasera, spiegando la differenza tra link.autistici.org e del.icio.us ad una compagna. Ma su questo ci tornerò sopra, appena possibile. e

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Un Commento

  1. Pubblicato il 5 Dicembre 2006 alle 10:55 am | Permalink

    ciao pwd!
    bhe’ ma in radio non ci si sente piu’?
    un abbraccio
    s.beirut