Grazie, Piero

Da un po’ ci si chiedeva che fine avrebbe fatto la testata "Gli Altri", di cui si seguivano le avventurose peripezie. Nasceva da una fronda interna a "Liberazione" guidata dall’ex-direttore Piero Sansonetti, poi era costretta a cambiare nome perché "L’altro" esisteva già, quindi litigava con gli azionisti di maggioranza (Sinista e Libertà romana), infine ha smesso di uscire tutti i giorni per i troppi debiti. Ora è un settimanale, si chiama "Gli Altri" e si è specializzato in giornalismo salottiero nel senso letterale del termine: la redazione è nel salotto di casa Sansonetti. Del progetto iniziale sopravvive poco, insomma. Ma finalmente si capisce quale sia il nuovo orizzonte, speriamo definitivo, della testata.

Sansonetti ha creato un ufficio stampa che fornisce servizi gratuiti. L’appello a favore di Casapovnd non è una provocazione, come molti di noi hanno frainteso. Il direttore ha spiegato chiaramente come sono andate le cose: i "ragazzi del Blocco Studentesco" hanno telefonato in redazione e hanno esposto una posizione che "qualunque persona
di buonsenso che non sia fanatica di qualche ideologia autoritaria" avrebbe condiviso. A quel punto, come fa ogni ufficio stampa professionale, la redazione degli Altri ha diffuso un comunicato a favore di questa "semplicissima idea". Punto, altro che torbida "intelligence" tra rossi e neri.

Invece di protestare, dovremmo ringraziare Sansonetti di questo nuovo servizio messo a disposizione di tutti, una nuova "voce per i senza voce". Avete una posizione sensata? Meglio ancora: avete una posizione sensata e semplicissima? Una qualunque: sotto casa vostra parcheggiano in doppia fila, la gente non raccoglie la cacca dei cani, il vicino dovrebbe lavarsi di più perché puzza? Basta telefonare a Sansonetti, e lui vi metterà a disposizione una redazione, scriverà un comunicato che finirà nelle edicole di tutta Italia, e contatterà altri vip, soprattutto intellettuali di sinistra, disposti a sostenere qualsiasi causa. Come Indymedia, tutto gratis. Con la crisi che c’è, non è poco. Grazie.

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