A buon intenditore

Gli spari, lo schiavismo, la clandestinità utile, la ‘ndrangheta, il razzismo, o meglio, la lotta tra poveri  (perché un calabrese non può essere "ideologicamente" razzista, ma è un discorso lungo). Tutte cose che conoscevano tutti: chi doveva prevenire e anche noi, che della prevenzione non abbiamo né l’onere né l’onore. Scandalizzarsi per queste cose oggi è un po’ un esercizio di stile.

Quello che secondo me dovrebbe stupire è la risposta dello Stato, a Rosarno: una comunità si dà alla caccia al negro, e lo Stato interviene per portare via i negri di corsa, come se fossero stati sorpresi da un’alluvione. Nessuno in divisa o con un tricolore a tracolla ha sentito il dovere, anche solo di facciata, di dire: "Siamo uno Stato democratico, qui nessuno spara su qualcun altro perché è negro. Quindi prima proteggiamo i negri, e poi si ragiona". No. Non vale più nemmeno la distinzione tra "regolari" e "clandestini", con cui ci hanno scassato la minchia fino a ieri: li hanno portati via in quanto "negri". È come se l’arbitro espellesse Balotelli perché i tifosi sono razzisti.

Ora, a Coccaglio, sanno quel che devono fare per mandar via i negri.

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Se telefonando

Radio Popolare ha realizzato una trasmissione su Acca Larenzia assai interessante. Contiene lunghi pezzi del filo diretto con gli ascoltatori realizzato la sera stessa, assolutamente da ascoltare, che sui fatti davano valutazioni alquanto spregiudicate. Altro che i fan club di Tartaglia su Facebook.

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I professionisti dell’anticamorra

Il Corriere del Mezzogiorno scopre il "gomorrismo", il genere letterario di denuncia nato sulla scia del libro di Saviano. Lo fa citando una corrosiva recensione a "La ferita" uscita su Napoli Monitor, un mensile gratuito militante di Napoli fatto con cura e grande umiltà, senza toni declamatori. E’ uno dei prodotti di una Napoli semisconosciuta che, quando vuole "normalità", non intende "normalizzazione", il perbenismo della brava gente: anche i conflitti sociali sono normali, o dovrebbero esserlo. Perciò è interessante leggere cosa pensano loro del gomorrismo. Ecco la recensione, firmata da Luca Rossomando.

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Comprare online i regali di Natale

Sta per arrivare Natale. Perciò, il 18 dicembre ordino una cosa su ePrice per mio fratello. Natale arriva, il prodotto no, pazienza. Il 31 dicembre mi arriva questa mail:

"Gentile Cliente,


dobbiamo purtroppo informarti che il seguente prodotto da te ordinato sta uscendo dal mercato e non siamo quindi più in grado di recuperarlo dai nostri fornitori.


L’ordine è stato pertanto annullato.


Ci scusiamo per il disguido.


Cordiali saluti.


ePRICE Customer Care"

Meno male che in famiglia non siamo gente che si formalizza.

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Je ne regrette rien

A me piace Anobii (anzi, "aNobii") perché è un social network inguaribilmente amatoriale, con un sacco di cose fatte male anche ora che è diventato famoso e probabilmente vale un sacco di soldi. A cominciare dal nome: ma come può venirti in mente di chiamare così un social network? Ora i gestori del sito ne hanno combinata un’altra: hanno cambiato il sistema di voto e da 4 stelline sono passati a 5. Il motivo è il seguente: prima un
libro poteva essere giudicato scadente (una stella), così così (due), bello (tre) o bellissimo (quattro).
Adesso, invece, potrà essere anche giudicato
"regretful" (due stelle), che nessuno sa cosa significhi.
Già, perché quasi tutti gli utenti di Anobii, a giudicare dalle statistiche, provengono dall’Italia, fatto raro per un social network non nato in Italia.

Ovviamente, in questo modo i gestori del sito hanno automaticamente modificato tutti i voti assegnati in passato dagli utenti. Io, per esempio, tendo a giudicare "Bello" (tre stelle nel vecchio sistema) il 95% dei libri che leggo. Ora, il 95% dei libri che ho letto e archiviato su Anobii è valutato "Così così" (tre stelle nel nuovo sistema), e c’è una bella differenza, no? Anche perché dovrò spiegarlo a tutti quelli che conosco e a cui avevo detto "bello il tuo libro", che per ragioni di lavoro non sono pochi.

Insomma, un sito dilettantesco, lento da caricare, e in cui gli italiani si rivelano inaspettatamente i primi della classe: in fondo, a me Anobii piace perché mi ricorda Indymedia di quando ero giovane.

update Si sono accorti dell’errore e hanno deciso di aggiungere una stella d’ufficio a tutti gli utenti. Dopo che molti li avevano già aggiornati a mano, temo. Li amo sempre di più.

 

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“Ci costringe a vivere senza bellezza”

L’Università dell’Indiana ha appena pubblicato
una raccolta di saggi accademici dedicati a The Big Lebowski (già, il film dei f.lli Coen) intitolata The Year’s Work in Lebowski Studies. Sara Antonelli, che ha scritto una recensione appassionata sull’Unità, consiglia soprattutto l’introduzione dei due curatori, Aaron Jaffe ed Edward P. Comentale, "un pezzo di bravura assoluto" (la trovate su Google Books, qui). Io, nel mio piccolo, vi consiglio la recensione.

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Chiacchiere di fine decennio

Negli anni ’90 ci sono state almeno due innovazioni tecnologiche di massa* importanti: Internet e il telefono cellulare. Negli anni ’00 a me (e ad altri con cui si è giocato a questo profondissimo gioco) viene in mente il p2p, e forse Facebook. Ma forse. Robetta, no? O forse ci siamo scordati qualcosa?

* Tecnologie divenute per la prima volta di uso comune per una parte importante della popolazione occidentale, anche se nate magari anni o decenni prima.

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La faccenda si complica

Con quello che è successo nelle prigioni italiane, c’è pure chi ha preferito passare in cella la notte di San Silvestro piuttosto che coi parenti. Bisognerà pensare ad un’amnistia per svuotare le famiglie.

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Tradizioni

"Bilancio meno pesante del solito per i botti di capodanno, che lo scorso 1° gennaio avevano fatto un morto e 382 feriti e all’inizio del 2008 una vittima e 473 feriti.
Quest’anno i feriti sono 509, di cui 492 con prognosi inferiore ai 40
giorni ma solo 17 con prognosi superiore ai 40 giorni mentre lo scorso
anno furono 28. È il bilancio reso noto dal dipartimento della pubblica
sicurezza.
" (Il Corriere della Sera, 1 gennaio 2010)

"Il numero di automobili bruciate durante la notte di San Silvestro è leggermente diminuito rispetto allo scorso anno, attestandosi a 1137 veicoli contro i 1147 di un anno fa, ha annunciato il Ministro degli Interni Brice Hortefeux." (Le Monde, 1 gennaio 2010)

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Il gol dell’avvenire

Rete Sport è una delle radio romane che parla solo della AS Roma. E’ del gruppo Toti, uno dei poteri forti nella capitale. Però l’ascolto, e ogni tanto questa mia perversione viene ripagata. Per esempio, qualche tempo fa ho sentito il cronista sportivo del Messaggero Mimmo Ferretti dichiarare che lui alle conferenze stampa della Roma non pone domande da alcuni anni. Più precisamente da quando vengono trasmesse da Roma Channel, e dunque porre domande alle conferenze stampa della Roma significa partecipare alle trasmissioni di Roma Channel. E lui non vuole lavorare gratis per una pay tv. Difesa del salario, diserzione, guerriglia mediatica, lotta al calcio moderno: se di lavoro facessi il leader di una sinistra qualsiasi, ripartirei da Mimmo Ferretti. 

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