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Secondo Susanna Camusso, comunque vada il referendum la CGIL non uscirà da Mirafiori. Evidentemente, Marchionne pensa alla NewCo, Camusso prepara la NewFiom.

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Non è un paese per vecchie*

Minzolini, per difendere la sua decisione di escludere Tiziana Ferrario dai mezzobusti del telegiornale, ha detto che voleva “ringiovanire” la conduzione. Cioè, non è vero che l’ha esclusa perché lei non è d’accordo con lui, che sarebbe una carognata. L’ha esclusa per un’altra, secondo lui più nobile, ragione.

* Il titolo del post viene da qui

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Italia sì Italia no Italia gnamme

In mezzo a tanti problemi, questo meraviglioso paese una volta l’anno si ritrova nei suoi pochi, semplici, eterni riti: il Santo Natale, le luminarie nelle vie del centro, l’ordigno esplosivo il giorno prima della manifestazione.

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Compartecipazione psichica

Io sono tra quelli che tra condannare o solidarizzare con chi sfascia i bancomat e fa a botte con la polizia – dovendo scegliere – preferisce la seconda (pur se faccio altro, potendo scegliere). Ma non perché i problemi sociali non sono semplici questioni di ordine pubblico, e dietro la rabbia c’è un disagio che non bisogna trascurare. Certo, questi argomenti sono veri e comodi, tanto che li adopera anche Manganelli per difendere i suoi celerini. Però valgono pure per i camorristi: anche dietro la loro violenza c’è disagio, però  non solidarizzerei con loro (dovendo scegliere).

Dunque, il motivo vero è un altro, e secondo me non sono il solo (per quello lo scrivo, altrimenti sticazzi). Solidarizzo perché penso che tra usare violenza contro un bancomat, cioè una “cosa”, e contro una persona inerme ci sia una differenza irriducibile che quasi tutti stanno dimenticando. E perché credo che l’unico discrimine secondo cui giustificare o meno certi atti sia questo: se è il più forte che se la prende col più debole (come avviene quasi sempre) o, per una volta, il contrario. Sbaglio?

ps: poi magari bisogna discutere su cosa vuol dire “forte” e “debole”: non ci si può dire “deboli” per autocertificazione.

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9 anni passati quasi invano

Due giorni  dopo la rivolta di Roma, i commenti degni di lettura sulla stampa che conta secondo me – ma aiutatemi – finora sono pochini:

Angelo D’Orsi su Liberazione (“Violenza c’è stata in migliaia di circostanze un po’ ovunque nei secoli. E sempre questa violenza è reattiva”),

Marco Belpoliti sulla Stampa (“La rivolta accade, alla stregua di un evento artistico, di una manifestazione momentanea, di una performance”),

Giovanni Robertini sul Post (“Chi ha dato fuoco alle macchine o ha spaccato le vetrine delle banche è acceso dalla stessa rabbia, pessimismo, solitudine – in dosi più o meno forti – che hanno animato gli altri ragazzi in piazza, quelli che applaudivano ma anche quelli che dicevano hanno rovinato tutto”),

Marco Bascetta sul Manifesto (“La violenza è una relazione, non una malvagia inclinazione onanistica”),

e (già) il capo della polizia sull’Unità (“Rifiuti, Fiat, aziende che chiudono, tanti sono i focolai di tensione. Perché i rifiuti di Napoli devono diventare un problema di polizia? Semmai è di pulizia”).

Gli altri sono rimasti a Genova.

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La stampa comunista

Oggi in classe abbiamo rubato cinque minuti alla lezione per discutere delle manifestazioni di ieri e di quanto successo in Parlamento. Uno studente mi fa: “Ma davvero Berlusconi può comprarsi i voti dei parlamentari?” Di solito, mantengo un tono politicamente neutro: non per culto dell’obiettività, ma perché voglio che ci arrivino da soli (dove voglio io). Per cui l’ho quasi smentito: “Be’, sono solo sospetti, non ci sono prove”. Ha ribattuto: “Ma quali sospetti: sta scritto sul giornale in prima pagina”. “Fa’ vedere”, e mi tira fuori la Gazzetta dello Sport di oggi. Ohibò: un quotidiano sportivo si getta nella mischia politica e lancia accuse di corruzione? “Qui sulla sinistra, vede professore?”. E mi indica il box della rubrica quotidiana di Gene Gnocchi, secondo cui il Milan non comprerà rinforzi perché Berlusconi ha speso tutto per i parlamentari. Non è stato facile spiegargli che non si trattava di giornalismo, ma di satira. Ma è stato ancora più duro spiegargli quale dei due avesse a che fare con la verità.

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Politicathlon

Gli studenti medi di Roma il 27 novembre hanno battuto il record mondiale di obiettivi politici perseguiti in 24 ore. Ecco il comunicato con cui raccontano la loro giornata:

Nella giornata del 27 Novembre gli studenti autorganizzati dei licei occupati Virgilio, Malpighi, Talete, Lucrezio Caro e inoltre gli studenti del Mamiani, Anco Marzio, Visconti, Manara, Morgagni, Kennedy, Montale, Tacito, Colonna, Albertelli, Cavour e Ripetta sono nuovamente scesi in piazza, all’interno della giornata di mobilitazione nazionale della cgil, portando però i loro contenuti e evidenziando che il futuro è veramente nostro, e siamo disposti a riprendercelo, come ci siamo ripresi la città attraversandola in 4000 in corteo non autorizzato sabato.

Da Piazza Trilussa gli studenti si sono mossi in corteo bloccando il Lungotevere, successivamente gli studenti hanno bloccato Ponte Garibaldi per alcuni minuti al grido ‘se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città!’. Poi gli studenti hanno attraversato il Tevere diretti verso il Campidoglio, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine all’altezza di Bocca della Verità, gli studenti cordonati e determinati sono comunque riusciti a passare, urlando cori come ‘chiediamo cultura ci danno polizia è questa la loro democrazia!’.

Davanti al Comune gli studenti hanno contestato il sindaco Alemanno, urlando ‘Alemanno fascio di merda’ oppure ‘ Alemanno fuori da Roma’, raggiunta Piazza Venezia, gli studenti hanno provato a dirigersi verso Palazzo Grazioli. Dopo alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine, gli studenti si sono seduti a Puazza Venezia, per evidenziare come funzionano le cose in questa città. Poliziotti, carabinieri, guardia di finanza, tutti schierati a difesa di un’abitazione privata, un corteo di studenti bloccato per paura delle contestazioni. Così gli studenti hanno lasciato sulla piazza della frutta e della verdura ribadendo proprio che se vengono prese queste misure il governo ‘sta alla frutta’, e urlando ‘lotta dura con la verdura’.

Gli studenti partiti successivamente verso via dei fori imperiali, hanno effettuato un lancio di uova contro le forze dell’ordine, comunicando così il nostro disappunto verso la repressione che era stata fino a quel momento praticata contro il corteo. Avvicinandoci verso Piazza San Giovanni, gli studenti hanno incontrato l’Assessorato alle Politiche Sociali, riempiendo anch’esso di uova, denunciando l’assenza di qualsiasi provvedimento comunale riguardo problematiche sociali.

Raggiunta la stazione metro di Manzoni gli studenti hanno sciolto il corteo, rifiutandosi di entrare nella piazza del sindacato, nella metro hanno superato i tornelli urlando ‘noi il biglietto non lo paghiamo’ evidenziando che i costi dei trasporti sono troppo alti e non sostenibili dagli studenti.

Successivamente un gruppo di studenti autorganizzati, insieme al collettivo Generazione P, hanno raggiunto il museo Maxxi, entrando senza pagare il biglietto, al grido di ‘la cultura non si vende, ci riprendiamo tutto non paghiamo niente!!’.

Gli studenti del liceo Virgilio, rientrati a scuola, si sono ritrovati il Ministro degli Interni Maroni nella chiesa accanto al loro istituto perchè partecipava ad un matrimonio, e lo hanno prontamente contestato dalle finestre dell’istituto, spiegando l’assurdità del fatto che fossero impiegate auto blu che paghiamo tutti noi per scopi privati. Successivamente gli studenti hanno contestato la politica del governo in toto, e in particolare le misure repressive attuate dal ministro Maroni, a partire dalla repressione negli stadi e dalla tessera del tifoso, fino ad arrivare alla repressione degli immigrati e degli studenti che in questi giorni si è evidenziata in risposta alle numerose manifestazioni in tutta italia.

NON CI FERMERANNO MAI, RIPRENDIAMOCI IL FUTURO!!

noi non siamo la cgil!
contro la riforma non basta una sfilata lotta dal basso autorganizzata!
con i casco e il manganello sembri proprio un playmobil!
chiediamo cultura ci danno polizia è questa la loro democrazia!!!
la cultura non si vende ci riprendiamo tutto non paghiamo niente!
nella mia città c’è una malattia che non va più via è la polizia!!
studenti incazzati senza sindacati
lotta dura con la verdura!
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I prof, quelli bravi

“È un giorno storico”. Lo dice Mariastella Gelmini annunciando che gli insegnanti migliori riceveranno un aumento in busta paga. E gli altri? Tranquilli, Marystar non è una Thatcher qualunque: i colleghi fancazzisti non verranno penalizzati. Allora dov’è il trucco, dove prenderanno i soldi? Arriveranno dai tagli ai precari: personale tecnico-amministrativo, insegnanti, docenti di sostegno che ieri c’era e oggi, puf.

Mica male, no? Quasi. Chi saranno i professori “bravi”? Saranno quei docenti in grado di fare lezione in maniera dignitosa con 30 studenti invece che 25, di scrivere un business plan e arrotondare il bilancio della scuola con un progetto europeo, di insegnare a due studenti disabili una cosa e agli altri 28 un’altra, di fare un paio di supplenze in più a settimana. Cioè saranno i professori in grado di fare anche quello che facevano i precari. Forse ci riusciranno, anche se non tutto è possibile. Non si può fare lezione e sostegno contemporaneamente, per esempio. E l’unico modo di diminuire il numero degli alunni è impedire loro di iscriversi. Però, dice che i bravi docenti saranno finalmente riconosciuti come tali.

Se penso ai miei colleghi insegnanti, già so chi supererà la valutazione. Sarà il prof. di informatica che ogni anno riesce a trovare un apprendistato a ogni studente, o quella di elettronica che fa i progetti del ministero, o quello di religione che porta i ragazzi alla moschea. Cioè, saranno quelli che già oggi fanno i bravi, anche senza la medaglietta di Fantozzi di impiegato del giorno. Non sto parlando di eroi civili: spesso, dietro l’attivismo c’è l’arrivismo di chi sogna un posto da preside. E spesso dietro al fancazzismo ci sono doppi e tripli lavori che un vero fancazzista non accetterebbe. Però, per concludere, spendendo gli stessi soldi avremo qualche centinaio di migliaia di disoccupati in più e una scuola quasi al livello di quella attuale, che già fa abbastanza cacare. Che affarone, che giorno storico.

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Reverse engineering

Ma se non è vero che gli imprenditori italiani evadono il fisco, qualcuno mi spiega perché ogni volta che cambia un codicillo su concordati fiscali, scudi fiscali, condoni fiscali, c’è un articolo a tutta pagina sul Sole-24 Ore?

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La sua Africa

Dubitando di fare cosa gradita, continuo ad aggiornarvi sull’impegno Africano di Bono, chiaramente influenzato dalle chiacchierate con Roberto Saviano sul bene e sul male.

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