Centrali e periferici

Il terremoto e la crisi in Giappone danno un bel daffare, al professore di fisica di un istituto tecnico industriale. Bisogna decifrare i giornali per dare in classe notizie verosimili, se non vere. Districarsi tra le notizie allarmanti ma false disseminate da Repubblica e quelle false ma tranquillizzanti diffuse dalla Confindustria. In più, si imparano un sacco di cose. Ad esempio:

– pare che a Roma l’11 maggio ci sarà un terremoto devastante. Su Facebook non si parli d’altro, mi dicono in primo. Ho scommesso con vari studenti che non succederà niente, e se il 12 maggio sarò ancora vivo, sarò un uomo ricco. Nell’attesa, grattatiamoci.

– mentre tra gli ultra-diciottenni c’è il problema del quorum al referendum, che rischia di fallire per generale disinteresse al tema del nucleare, tra i minorenni di periferia (vi ricordate? quegli analfabeti che giocano alla playstation 24/7 e portano le mutande sopra ai pantaloni) gli animi si scaldano come il nocciolo di un reattore. Peccato che non votino. Peccato per loro, soprattutto, visto che se tutto va bene (cioè male) in Italia le prime centrali verranno accese fra vent’anni e chi scrive ormai andrà per i sessanta, se tutto va bene. Noi oggi votiamo, ma se va male i cocci saranno tutti loro.

– In questi giorni si scelgono gli indirizzi specialistici negli istituti tecnici e molti vorrebbero iscriversi all’indirizzo “F.A.S.E.”, cioè “Fisica Sanitaria ed Ambientale Europea”. È l’indirizzo in cui si imparano i danni delle radiazioni, come si accende un contatore Geiger e quanto inquina un cinquantino modificato. Logico, no? L’Italia vuole tornare al nucleare, le centrali nucleari sono pericolose, dunque per un perito ambientale e sanitario ci sarà un sacco di lavoro con tutte le valutazioni di impatto, i controlli, le certificazioni. E invece no: proprio da quest’anno gli istituti tecnici sono stati riformati e l’indirizzo “F.A.S.E.” è stato abolito. Per chiarezza: si vuole tornare al nucleare e si chiudono i corsi in cui si insegna a controllare il livello delle radiazioni. Quando la camorra costruirà una centrale nucleare sul Vesuvio coprendo una discarica abusiva per rifornire di energia un inceneritore che spara diossina, e nessuno vi avrà avvertito, poi non venite a lamentarvi.

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Affinità e divergenze tra i ministri Guttenberg e Gelmini

La vicenda del ministro tedesco Guttenberg, che si è dimesso per aver copiato la tesi di dottorato, si collega da sé a quella del ministro Gelmini, che attraversò l’Italia per diventare avvocato in una sede d’esame notoriamente inquinata dalla corruzione. Ma non mi è chiaro se tra le due storie vi sia un rapporto di somiglianza o di opposizione: tutti e due hanno cercato scorciatoie poco limpide. Ma uno si è dimesso, l’altra no. E uno ha brigato per una ottenere una tesi di dottorato dall’università di Bayreuth, l’altra per diventare avvocato, entrare in politica e poi distruggerla, l’università.

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Fate girare la voce in Libia

Siccome Maroni e Unione Europea stanno litigando sulla gestione dell’immigrazione dal nordafrica, l’Italia per ripicca sta per allentare il controllo sui migranti, sconfessando anni di Turco-Napolitano, Bossi-Fini, Cpt, Cie etc. Se è vero quanto racconta Fiorenza Sarzanini sul Corsera, “non sarà fermato chi, dopo essere approdato a Lampedusa o in altri porti del nostro Paese, manifesterà l’intenzione di andare altrove. Per coloro che hanno precedenti penali o comunque sono ritenuti pericolosi, scatterà la procedura di permanenza coatta nei Centri di identificazione e di espulsione in vista di un eventuale rimpatrio. Gli altri avranno invece libera circolazione”. Non è il paradiso, ma sarebbe la migliore legge sull’immigrazione da decenni in qua.

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Giornalismo very embedded

Cinzia Sasso, giornalista di Repubblica oggi nota tra gli inquilini low cost del Pio Albergo Trivulzio, nel 2003 si amareggiava sulla perduta solidarietà degli enti benefici milanesi, che non riuscivano a trovare un alloggio decente per i rom di via Adda:

“L’accoglienza non è per la milanesità solo un affare di buon cuore e di buon sentimento, ma uno stile organizzato di integrazione che rifugge dalla miscela di principi retorici e di accomodamenti furbi, e si alimenta soprattutto ad una testimonianza fattiva” (continua qui)

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Esterofilie paradossali

Noi italiani avevamo già il sospetto che senza governo non si viva poi così male. Il Belgio ce ne sta dando evidenze sperimentali:

“Il Belgio ha registrato una crescita del prodotto interno lordo del 2% nel corso dell’intero 2010, dopo un calo del 2,8% segnato l’anno precedente. Lo ha annunciato la Banca nazionale belga, facendo notare che si tratta di una delle migliori performance di una Paese della zona euro.” (radiocor, qui)

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Vent’anni di Emilio

“Fede inventò così il conduttore del telegiornale in piedi, proibì il gobbo elettronico, aprì spazio all’informazione regionale con i collegamenti con le sedi di vari comandi dei carabinieri o questure di Italia, affidò dei compiti a delle belle ragazze in studio. Aveva mano libera e il fondatore e presidente delle reti del Biscione, Berlusconi, non gli pose alcun paletto. «Mi disse che dovevo occuparmi molto dei problemi della gente» racconta.” (Leggo, 10 gennaio 2011)

“La rapidità, la chiarezza, il ritmo con cui Emilio Fede condusse quel primo telegiornale e’ stato il primo significativo passo verso la nascita dell’informazione in tempo reale sulle reti Mediaset.Tutti i quotidiani del giorno dopo erano dedicati alla prima diretta Fininvest. A distanza di vent’anni, il direttore del TG4 prosegue il suo viaggio attraverso le news con uguale entusiasmo e professionalita’, con un linguaggio giornalistico semplice, chiaro, coerente, che garantisce da sempre al tg un pubblico numeroso e fedele.” (TGCOM, 16 gennaio 2011)

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Avevo una casetta piccolina ad Hammamet

Secondo me, Berlusconi sta per espatriare in Tunisia. Ha già mandato i suoi a preparare i documenti. Frattini si sta occupando della legge elettorale, per esempio.

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“Salgalaluna? Lo conosco, è un mio amico”

Dopo una mezza nottata passata a seguire il voto di Mirafiori, sono giunto alla conclusione che i sindacalisti italiani sono i peggiori webmaster del mondo: trovare dati sulle rappresentanze sindacali nelle aziende è praticamente impossibile, tranne rare eccezioni. Persino per la Fiat non è stato facile. In effetti, nessuno in Italia ha mai dimostrato grande dimestichezza con i meccanismi della democrazia sindacale – tranne forse chi ha interesse a negarla, come mostrò il paradossale risultato dei referendum del 1995.

Fortunatamente, qualcosa sembra cambiare: oggi il risultato del voto al referendum di Mirafiori, disaggregato seggio per seggio e reparto per reparto, è bell’e spiattellato in una tabella in pdf chiara, semplice e precisa, qui, grazie a lui.

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Ci eravamo tanto odiati

“Metodo staliniano”: così Susanna Camusso ha commentato la sua rimozione dalla segreteria nazionale della Fiom, decisa dal leader Claudio Sabattini dopo la conclusione di un accordo all’Alfa di Arese che ha creato polemiche. La Camusso accusa Sabattini di usare con lei i metodi che egli stesso subì nell’80 dopo la vertenza-Fiat. (La Repubblica, 13 dicembre 1995)

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Il problema di Marchionne

Pare che a Mirafiori, dove la Fiom ha un consenso elettorale pari al 26%, i “no” se la giochino coi “sì”. Anche a Pomigliano i “no” al referendum alla fine erano stati quasi il doppio rispetto ai voti Fiom alle elezioni delle Rsu. Questo vuol dire che il problema di Marpionne non si chiama Fiom: si chiama “lavoratori”. Ne terrà conto?

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